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Miuccia Prada

Il diavolo veste italiano

Insignita di prestigiosi premi per le sue collezioni ed il suo genio creativo, Miuccia Prada è oggi una delle donne più influenti nel mondo della moda.

Col nome di Maria Bianchi nasce nel ’48 e si laurea in Scienze Politiche; con lo stesso nome  negli anni Settanta aderisce al Partito Comunista e scende a manifestare nelle piazze del centro di Milano per i diritti delle donne, proprio a due passi dal negozio del nonno, Mario Prada, che lavorava il cuoio.

Nessuno mai avrebbe scommesso su quella ragazza che, segretamente amante del brutto e del trash, ereditando l’azienda di famiglia l’avrebbe portata un giorno a primeggiare tra le più blasonate case di moda del mondo.

Invece Maria, oggi Miuccia, nel 1985 disegna una linea molto semplice e sobria di borse nere lucide realizzate con un particolare tipo di nylon, simile a quello utilizzato per i paracaduti.

La linea riscuote un notevolissimo successo: le borse divengono un’icona dell’accessorio di lusso, oltrepassano l’oceano per essere indossate dalle star; colpisce soprattutto la cura delle rifinitura ed anche per questo motivo il prezzo non era alla portata di tutti. Sarà stata questa la causa, accompagnata dall’esilarante successo, a favorire i falsi della borse Prada?

Sempre accompagnata da Paolo Bertelli, suo marito nonché amministratore delegato del Gruppo Prada, nel 1989 presenta il suo primo prêt-à-porter all’interno della collezione autunno inverno dello stesso anno. Si rende così manifesto lo stile Prada: linea chiara e austera, elegante e al tempo stesso minimale, costituita da materiali industriali che si intersecano con quelli più sofisticati e laboriosi come la seta.

Per Miuccia Prada non esistono schemi da seguire, ma l’innesto di due opposti è la sua regola per irrompere lo standard imposto.

Con questa sua politica di merchandising presenta le sue collezioni uomo-donna, proseguendo con i profumi ed il nuovo marchio Miu Miu, creato nel 1992, destinato ad un pubblico più giovane con un prezzo più accessibile.

Negli anni scorsi il Gruppo Prada acquisisce nuovi marchi come Jil Sander e Helmut Lang, riuscendo ad essere quotato in borsa alla fine del 2007.

Ha contribuito al suo mondiale successo la collaborazione con noti architetti come Rem Koolhaas e Herzog & Meuron, i quali hanno progettato degli spazi espositivi d’avanguardia a New York, Los Angeles e Tokyo, permettendo uno shopping in un “clima avveniristico”.

Oggi il nome Prada riecheggia anche nella cultura popolare, basti pensare che nel 2003 la scrittrice Lauren Weisberger scrive "Il Diavolo Veste Prada", dove l’eroina, una spietata direttrice di una rivista di moda, veste abiti griffati Prada. Nel 2006 il romanzo diviene film.

Un po’ come la sua vita: prima ragazza trasgressiva, ribelle, che scende in piazza per far valere i propri diritti; oggi donna imprenditrice, stilista che primeggia nelle top ten di tutte le classifiche che contano.

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